Vanità di vanità
Niente di nuovo sotto il sole
Le origini:
Stando alla tradizione ebraica e cristiana, questo testo biblico risalirebbe a circa 3000 anni fa, attribuendo la sua elaborazione al leggendario re Salomone.
Molti studiosi non concordano con questa ipotesi, collocherebbero invece il testo in un’epoca più recente, nel periodo compreso tra il V e il III secolo a.C., durante il dominio persiano o ellenistico sulla Giudea.
Altri suggeriscono una data di composizione ancora più tarda, intorno al II secolo a.C.
In breve, le motivazioni riguardano:
Linguaggio e stile: Il linguaggio e lo stile dell’Ecclesiasta sembrano differire notevolmente da quelli degli altri scritti attribuiti a Salomone, come i Proverbi. Presenta un ebraico più vicino a quello del periodo post-esilico (periodo successivo all’Esilio babilonese degli Ebrei, avvenuto tra il 586 e il 539 a.C.
Temi e idee: Alcune concezioni filosofiche e teologiche espresse nell’Ecclesiasta, come lo scetticismo e il pessimismo, non sembrano in linea con la visione del mondo attribuita al re Salomone.
Riferimenti storici: Nell’Ecclesiasta ci sono riferimenti a fenomeni sociali, politici ed economici che sembrano più coerenti con il periodo del dominio persiano o ellenistico sulla Giudea, piuttosto che con il X secolo a.C.
Contesto culturale: Il tono e i temi dell’Ecclesiaste appaiono più in sintonia con il clima intellettuale e culturale del periodo del II Tempio (520 a.C. – 70 d.C.), quando fiorirono diverse correnti di pensiero e speculazione filosofica.
Malgrado questi dubbi, la questione rimane irrisolta e la paternità ufficiale dell’Ecclesiasta rimane al Re Salomone.
TRADUZIONE: M. De Genoude
L’edizione di Henri Beziat, del 1941,si avvale della traduzione dell’abate M. De Genoude (1799-1857).
L’Ecclesiasta è considerato uno dei libri più complessi e sfuggenti della Bibbia, il che si riflette nella notevole varietà di approcci e interpretazioni che le sue traduzioni in lingue diverse presentano. Il linguaggio denso, ambiguo e talvolta contraddittorio del testo originale ebraico lascia ampio spazio a differenti scelte lessicali e interpretative da parte dei traduttori, influenzate dalle loro sensibilità teologiche, filosofiche e culturali. Ogni versione dell’Ecclesiasta tende quindi a mettere in luce determinate sfumature e prospettive, a seconda dell’orizzonte interpretativo adottato. Questa molteplicità di sguardi si è inoltre evoluta nel corso dei secoli, riflettendo i mutamenti dei paradigmi esegetici (modelli interpretativi) e delle sensibilità proprie di contesti storici diversi. Il risultato è un testo biblico straordinariamente ricco di sfaccettature, che può essere letto e compreso attraverso molteplici lenti interpretative, ognuna delle quali offre spunti di riflessione preziosi sull’eterno mistero dell’esistenza umana.
Questa versione, è stata scritta nell’ambito di una traduzione della Bibbia in francese, pubblicata nel 1828, che includeva anche il libro dell’Ecclesiaste.
De Genoude era vicino agli ambienti cattolici tradizionalisti in Francia all’epoca, ed era noto per le sue posizioni conservatrici in campo religioso e politico.
La sua traduzione della Bibbia, compresa quella dell’Ecclesiasta, riflette probabilmente una certa visione teologica e interpretativa legata alla sua sensibilità cattolica tradizionalista.
EDIZIONE: Henri Béziat
Piccola casa editrice attiva nella prima metà del XX sec.
Ormai scomparsa, curava edizioni raffinate e preziose di testi principalmente filosofici e teologici.
Aveva sede nel Passage Choiseul, al n. 56 – Parigi
L’opera presentata è un tiraggio limitato in carta velino Hélinor,