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Lélia Wanick Salgado: Una Vita Straordinaria Intrecciata con l’Arte e l’Impegno

Radici Brasiliane e Origini Italiane

Lélia Deluiz Wanick Salgado, nata a Vitória, in Brasile, nel 1947, porta con sé un’eredità multiculturale. Le sue origini italiane, radicate nella famiglia materna, si fondono con la vibrante cultura brasiliana, creando un connubio unico che influenzerà il suo percorso di vita e la sua sensibilità artistica.

La Dittatura in Brasile

L’adolescenza e la giovinezza di Lélia sono segnate dalla dittatura militare che ha oppresso il Brasile dal 1964 al 1985. Il colpo di stato, orchestrato dai militari con il sostegno degli Stati Uniti, instaurò un regime autoritario che limitò le libertà individuali, perseguitò gli oppositori politici e censurò la libertà di espressione. fu un periodo segnato da repressione politica, censura e violazioni dei diritti umani. Studenti, intellettuali e attivisti furono particolarmente bersagliati dal regime, che cercava di sopprimere qualsiasi forma di dissenso. Lélia, come molti giovani della sua generazione, visse in un clima di paura e repressione, che la spinse a cercare un futuro lontano dalla sua terra natale.

L’Incontro con Sebastião Salgado all’Alliance Française

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L’Alliance Française di Vitória fu il luogo in cui Lélia incontrò Sebastião Salgado, l’uomo che sarebbe diventato suo marito e compagno di vita. Entrambi appassionati di cultura e arte, trovarono nell’Alliance un rifugio dalla realtà opprimente della dittatura. I due condividono non solo l’amore per il sapere ma anche una profonda preoccupazione per le ingiustizie sociali che affliggono il loro paese. Il loro amore sbocciò in fretta, e la decisione di lasciare il Brasile per trasferirsi a Parigi fu dettata dalla necessità di sfuggire alla repressione politica e di costruire un futuro libero e indipendente.

Studi, Lavori e l’Inizio della Fotografia

Lélia e Sebastião scelgono di stabilirsi a Parigi, in cerca di libertà e opportunità di espressione. Qui, mentre Lélia si dedica con fervore agli studi di architettura, Sebastião lavora come economista. Tuttavia, la loro vita cambia radicalmente quando Lélia acquista una macchina fotografica per i suoi progetti architettonici. Questo strumento diventa presto galeotto per Sebastião, accendendo in lui una passione inarrestabile per la fotografia. È Lélia, con la sua intuizione e la sua visione, a riconoscere il potenziale di Sebastião e a incoraggiarlo a perseguire questa nuova strada.

Mentre lavorava come economista per l’Organizzazione Internazionale del Caffè, la fotografia divenne il suo rifugio creativo. Fu durante un viaggio di lavoro in Africa che questa passione si trasformò in una vera e propria vocazione, contribuendo a promuovere la fotografia come forma d’arte e strumento di denuncia sociale.

Carriera e Collaborazioni

Lélia e Sebastião iniziano a lavorare insieme, unendo le loro competenze e visioni. Lélia non è solo il sostegno dietro le quinte, ma la forza trainante e sinergica che rende possibile ogni progetto. La loro prima importante collaborazione avviene con l’agenzia Sygma, seguita da Gamma e successivamente da Magnum Photos, una delle agenzie fotografiche più prestigiose al mondo.

Lélia e Sebastião dedicarono gran parte della loro vita alla realizzazione di grandi progetti fotografici a lungo termine, che li portarono a viaggiare in ogni angolo del mondo e a documentare le condizioni di vita delle popolazioni più vulnerabili. Tra i progetti più significativi, ricordiamo:

“Other Americas” (1986): Il Primo Libro

“Altre Americhe” rappresenta il leggendario primo libro di Sebastião Salgado, una pietra miliare nella fotografia documentaristica. Pubblicato per la prima volta nel 1986 dall’editore Contrejour con il titolo “Autres Ameriques”, questo volume raccoglie una serie di fotografie straordinarie frutto dei viaggi di Salgado in America Latina tra il 1977 e il 1984. È un corpus di immagini che racconta con grande forza evocativa la persistenza delle culture contadine e indigene in quelle terre.

Il successo straordinario del progetto non sarebbe stato possibile senza il contributo di Lélia Wanick Salgado, che ha giocato un ruolo fondamentale nella creazione dell’opera. È stata Lélia a concepire l’impaginazione del libro, curando la disposizione delle fotografie in doppia pagina per massimizzarne l’impatto visivo. La sua sensibilità artistica e la sua visione hanno conferito al volume una potenza plastica e una profondità emotiva senza pari.

Le fotografie in bianco e nero, intensamente poetiche, trasmettono la sofferenza, l’eroismo e la nobiltà delle persone ritratte. Il progetto, durato sette anni, è stato un viaggio nel cuore dell’universo misterioso e affascinante delle Americhe latine. Sebastião, con il sostegno e l’ispirazione di Lélia, ha attraversato il tempo e lo spazio per catturare l’anima di quelle terre e delle persone che le abitano. “Altre Americhe” ha ricevuto il prestigioso Premier Livre Photo ed è stato un grande avvenimento editoriale, confermando il talento e la visione dei Salgado nel mondo della fotografia documentaristica

Fondazione di Amazonas Images e Progetti Fotografici

Nel 1994, Lélia e Sebastião fondano la loro agenzia, Amazonas Images, per avere un controllo totale sulla produzione e distribuzione del loro lavoro. Lélia, oltre a curare tutte le esposizioni, scrive i testi che accompagnano le fotografie di Sebastião, conferendo alle immagini una profondità e un contesto che arricchiscono l’esperienza visiva. I suoi testi sono noti per la loro prosa poetica e incisiva, che riesce a trasmettere l’essenza delle storie umane dietro le fotografie.

“Workers” (1993)

Un monumentale progetto durato sei anni, in cui Sebastião documenta le condizioni dei lavoratori in tutto il mondo. Il progetto coinvolge viaggi in oltre 26 paesi, tra cui Brasile, India, Indonesia, e Polonia. Sebastião fotografa minatori, contadini, operai delle fonderie e costruttori di navi, catturando l’essenza della fatica e della dignità umana. Lélia cura la mostra e i testi che accompagnano le immagini, enfatizzando le storie individuali e collettive di lotta e resilienza.

“Migrations” (2000)

Un’epica narrazione visiva delle migrazioni umane, frutto di sette anni di lavoro e di viaggi in più di 40 paesi, tra cui Ruanda, Messico, Bosnia, e Vietnam. Sebastião documenta le crisi dei rifugiati, le guerre civili e le difficoltà degli sfollati. Un progetto dedicato al fenomeno delle migrazioni, con immagini che raccontano le storie di uomini, donne e bambini costretti a lasciare le loro case in cerca di un futuro migliore.Le fotografie mostrano l’umanità in movimento, spesso in condizioni disperate. Attraverso i suoi testi, Lélia riesce a dare voce a queste popolazioni, sottolineando le cause e le conseguenze delle migrazioni forzate.

“Genesis” (2013)

Un viaggio di otto anni volto a riscoprire terre incontaminate e culture tradizionali. Un viaggio alla scoperta della bellezza incontaminata del nostro pianeta, con immagini che ritraggono paesaggi mozzafiato e animali selvatici. Sebastião visita oltre 30 paesi, tra cui l’Antartide, le Galapagos, il Madagascar, e la regione dell’Amazzonia. Le fotografie celebrano la bellezza del pianeta e la necessità di proteggerlo. Lélia, attraverso i suoi scritti, riesce a trasmettere un messaggio di speranza e di urgenza per la conservazione dell’ambiente.

Lélia partecipò attivamente a molti di questi progetti, accompagnando Sebastião nei suoi viaggi e condividendo con lui le difficoltà e le emozioni in contesti geopolitici complessi e aree remote.

L’Instituto Terra: Un Sogno di Rinascita

Nel 1998, Lélia e Sebastião fondano l’Instituto Terra nella Valle del Rio Doce, una regione devastata dalla deforestazione. L’idea nasce dalla loro visione di ripristinare l’ecosistema della loro terra natale. L’iniziativa ha portato alla piantagione di oltre due milioni di alberi, trasformando un terreno sterile in una riserva naturale rigogliosa, contribuendo a ripristinare la biodiversità e a migliorare la qualità della vita delle comunità locali. Questo progetto ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impatto ambientale positivo.

Riconoscimenti e Vita Personale

Lélia Salgado ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno sociale e artistico, tra cui il Premio Príncipe de Asturias per la comunicazione e le scienze umane nel 2021. La sua vita è stata dedicata alla famiglia e alla passione per l’arte e la fotografia.
Julian, il figlio maggiore, ha collaborato con loro in vari progetti, incluso il documentario “Il Sale della Terra” (2014). Il documentario racconta la vita e il lavoro di Sebastião, offrendo uno sguardo profondo anche sul ruolo fondamentale di Lélia. Diretto da Wim Wenders e co-diretto da Juliano Ribeiro Salgado, ha ricevuto una nomination agli Oscar.

Lélia Wanick Salgado è anche regista, avendo co-diretto alcuni documentari che raccontano le straordinarie avventure fotografiche di Sebastião.

Mostre Attuali: “Amazonia” e “Exodus

Oggi, il lavoro dei Salgado continua a ispirare e sensibilizzare. La mostra “Amazonia”, attualmente in esposizione a Trieste, celebra la bellezza e la fragilità della foresta amazzonica, mentre “Exodus”, esposta a Ravenna, documenta le migrazioni di massa, raccontando storie di speranza e disperazione.

Conclusione

Lélia Wanick Salgado, con la sua ineguagliabile visione artistica e il suo ruolo trainante, ha contribuito a creare alcune delle opere fotografiche più potenti del nostro tempo. Il suo impegno per la conservazione ambientale e la giustizia sociale, insieme a Sebastião, ha lasciato un segno indelebile nel panorama culturale e ambientale globale. Attraverso la loro arte e il loro attivismo, i Salgado ci ricordano l’importanza di proteggere il nostro pianeta e di raccontare le storie di chi lo abita.

Fonti:


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